Degenerazione maculare senile neovascolare: Macugen troppi rischi, pochi benefici


La degenerazione maculare senile con proliferazione vascolare può danneggiare la vista.

Nei pazienti con coinvolgimento subfoveale, la terapia fotodinamica con Verteporfina ( Visudyne ) rallenta la perdita dell’acuità visiva alla scala EDTRS in circa il 15% dei pazienti dopo 2 anni di follow-up.

Pegaptanib ( Macugen ), un inibitore VEGF ( fattore di crescita endoteliale vascolare ) è stato approvato nel trattamento della forma neovascolare della degenerazione maculare senile.

Due studi clinici di grandi dimensioni, che hanno coinvolto 1.208 pazienti, hanno valutato l’efficacia del Pegaptanib in questa indicazione.

Quando il Pegaptanib è stato iniettato nell’occhio ogni 6 settimane ad un dosaggio di 0.3mg, la perdita visiva misurata ad 1 anno dopo l’inizio del trattamento è risultata rallentata in circa il 15% dei pazienti trattati con il farmaco rispetto al placebo.
L’efficacia nel secondo anno è incerta.

Il Pegaptanib non è stato confrontato con altri trattamenti e neppure è stato valutato in associazione alla Verteporfina.

Nel corso degli studi clinici, sono emersi eventi avversi dopo somministrazione di Pegaptanib, di cui 3 gravi: endoftalmia, distacco di retina e cataratta.
In circa il 15% dei pazienti si è presentata ipertensione oculare transitoria.
Sono stati descritti anche rari casi di trombosi arteriosa e trombosi venosa.
Reazioni di ipersensibilità sono state descritte nel periodo post-marketing.

La somministrazione di Pregaptanib avviene mediante iniezione intraoculare ogni 6 settimane in anestesia locale ed in condizioni di asepsi chirurgica.

Il confronto, indiretto, con la terapia fotodinamica con Verteporfina ha mostrato che Macugen non manifesta efficacia superiore. Inoltre, Pegaptanib è associato a più numerosi effetti indesiderati.
Inoltre, la modalità di somministrazione di Macugen è più complessa. ( Xagena2006 )

Fonte: Prescrire International, 2006


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